Fake News!

La verità è un #tag su YouPorn.
E’ Gusto personale, è un movimento monotono che porta all’autocompiacimento umido di chi si è venuto nelle mani.
E’ grassa, indolente ricerca di Conferma, dello scibile, del conosciuto, del confortevolmente noto.
La Verità è pornografica. E’ oscena, è la consolante visione di un volto familiare che cerchiamo perché ci racconti di se le cose che abbiamo già intuito, preconfezionate nelle atmosfere protette delle nostre menti ingessate da tempo ed incuria.
E’ un brand, è la confuta del Falso che della Verità è insieme Esclusione, che è deficit erettile, che è orribile e spaventosa come i mostri e come loro non esiste.
E’ il prato verde su cui correre, stretto ma ben marcato, riconoscibile.
E’ il dimesso tornare dal nostro molestatore di cui conosciamo tutti i volti, letali ma familiari

L’antica Via che conduce allo stesso identico Muro

da arredare, da abbracciare, da contemplare e mai da scavalcare.

L’Odio e le Tifoserie Politiche

Credo che potrei definire l’origine della mia personalità attraverso l’avversione che provavo e provo per lo sport nazionale. Il calcio mi sta in Culo.
Sono nato negli anni 70, anni in cui non c’era possibilità di esondare verticalmente le tematiche proposte da 90° minuto, dove ogni lunedì era un confronto nevrotico tra tifosi religiosamente affezionati al loro gagliardetto ed ai loro colori; erano gli anni 80, usciva Holly e Benji e quella cosa del gioco a 22 mi invadeva anche i pomeriggi Fininvest
facendomi balzare al top della classifica dei nemici FIFA.
Di lunedì non avevo niente da dire a nessuno (già giornata di merda per definizione) ed erano ancora tempi in cui mi preoccupavo di piacere a quante più persone possibile ma il mio disinteresse verso la materia era tale e tanto da dominare analmente anche ogni possibile forma di impegno da profondere nel tentativo (vano) di omologarsi alla massa.
In essa scomparire.
Non ce la facevo.
Non tanto per il gioco in se, che è uno sport come un altro, ma proprio per quell’eccesso di trasporto, di parossistico condizionamento emotivo, di passionalità malriposta – che metteva gli uni contro gli altri senza una reale motivazione a perorare fino al sangue cause che non hanno sostanza o consistenza alcuna.
Poi era mainstream ed io come ho già detto giravo in chiodo con le frange e mullet, per cui …

Questa inclinazione al tifo è una tipica manifestazione umana.
Una forma di rimbecillimento, a certi livelli, che annichilisce la capacità analitica più elementare e si appoggia come su picchi glicemici alla interlocuzione più basilare.
Niente di male in tutto ciò, se ci fermiamo alla semplice esperienza sportiva.
Niente di male.
Se non fosse che quel genere di approccio è misurato allo stesso modo in contesti assolutamente diversi e più impattanti socialmente parlando.
Quella fottuta inclinazione ad etichettare, a ridurre per schemi, a gestire per parametri insiemistici. Qui Quo Qua ed Eulero Venn.
Parametri per riconoscersi, parametri per fissare presupposti per un dialogo, parametri per definirsi, parametri per definire.
Pensi che ci sia un problema immigrazione, sei di destra.
Se sei di sinistra il problema non c’è, il problema sei tu che credi che ci sia. Fascio.
Se credi nel mito della resistenza sei di sinistra, se ne identifichi dei limiti sei Fascio.
La verginità della BeataVergine si accetta, non si discute. La [S]toria è un avventura di Zio Paperone con i nipotini che si conclude linearmente in poche pagine e non lascia margini all’intepretazione.
La Storia è una scienza esatta e ci piace così. Ridiscuterla è sconfortante.
Qualche tempo fa un conoscente scrittore (ma lui per davvero) parlava di degrado nella sua città natale, essendoci zone ormai fuori controllo e parchi, aree verdi, totalmente alla mercé di gente che le usa come vespasiani, che caca in giro nemmeno fosse un cane, che abbandona rifiuti, che li usa come bivacco – a lui, che storicamente è allineato alla sinistra governativa, davano del “fascio”.
Non direttamente, perché allo scrittore titolato che pubblica con regolarità si concede una specie di manto di accademico distacco rispetto al popolo interlocutore passivo  e lettore, difficilmente discutibile – ma le espressioni di “delusione” e di sgomento da “NONMELOSAREIMAIASPETTATO” sono giunte numerosissime.
Perché il degrado, che è un Fatto, un hardfact, coincideva con chi lo proponeva – popolazioni subsahariane, negroidi (termine tecnico, non avvinghiatevi alla mia pazienza), maghrebini.
Allora il buon E. è diventato fascio in vecchiaia?
FASCIOFASCIOFASCIO!
E dall’altra, comunisti, zecche, merde, pezzaculari.
Non ci sono più i temi, people don’t want temi da discutere. People fa il tifo. People ha il tifo. Almeno a livello intellettivo.
Mi etichetti, apponi la tua fottuta lettera scarlatta e quello che dico non avrà più valore perché proverrà dalle mie infauste fauci, da un intelletto piegato e contaminato ed è così che si finisce, pur di mantenere la tifoseria, a negare l’evidente perché diversamente significherebbe collimare con l’opinione dell’avversario, del Sāṭān (che non è terribile come il Seitan-alimento ma non a caso ha nome simile) ed abbracciarne le tesi.
Che sono sempre sbagliate. Perché siamo Satana, siamo Eterni Mentitori, impediamo l’azione salvifica del Cristo risorto ed al Diavolo, insegna W. P. Blatty non si risponde. Con il Diavolo non si colloquia.
Meglio negare l’ovvio, meglio colorare di nero o rosso denso la parola dell’altro, con tinte solide e dense, in modo da eliderne il significato; in modo che l’occhio colga solo il colore amato od odiato e null’altro.

Merde.