Fake News!

La verità è un #tag su YouPorn.
E’ Gusto personale, è un movimento monotono che porta all’autocompiacimento umido di chi si è venuto nelle mani.
E’ grassa, indolente ricerca di Conferma, dello scibile, del conosciuto, del confortevolmente noto.
La Verità è pornografica. E’ oscena, è la consolante visione di un volto familiare che cerchiamo perché ci racconti di se le cose che abbiamo già intuito, preconfezionate nelle atmosfere protette delle nostre menti ingessate da tempo ed incuria.
E’ un brand, è la confuta del Falso che della Verità è insieme Esclusione, che è deficit erettile, che è orribile e spaventosa come i mostri e come loro non esiste.
E’ il prato verde su cui correre, stretto ma ben marcato, riconoscibile.
E’ il dimesso tornare dal nostro molestatore di cui conosciamo tutti i volti, letali ma familiari

L’antica Via che conduce allo stesso identico Muro

da arredare, da abbracciare, da contemplare e mai da scavalcare.

Asia Argento: amiamoLa <3

ANCHE IO VOGLIO DIRE LA MIA SU ASIA ARGENTO!

Lasciatemelo fare, lasciatemi scivolare negli inconsistenti confini che dividono il bianco accecante dal nero assoluto, che ingoia la luce come la gola di Heather Brooke ingoia altre cose; anche io ho un parere che voglio condividere, che voglio fare risuonare nell’interlink britannico, anche io – singolo protagonista della pluralità socialdigitale, Valgo.

Voglio che intuiate il mio ES latente, voglio quell’outing sociale che mi avete negato od in mancanza di ciò un outbreak globale di Romeriana memoria, in cui i vivi mangiano i morti ma forse era il contrario. Differenza sempre più esile, sempre meno consistente.

Asia Argento, dicevamo, lasciate che vi racconti. Che vi esponga ciò che penso. Già che penso.

Qui, dal balcone digitale di WordPress, dalla culla dei miei imbarzottimenti, dal McDonald del mio frustratissimo ego binario – in puro codice macchina, voglio inondarvi del mio pornosapere, sventolarvi la mia capacità semantica ed il mio inutile vocabolario estetico come un’erezione di proporzioni creole.

Guardatemi! NON SONO FORSE BELLISSIMO?

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Il mio parere: hanno fatto bene.

Non si sfida il potere degli antichi, lo insegna la maga Cavalcanti ancorquando invitata da mefistofelici teleavventori ad affrancarsi in molteplici fellatio e lo ripeto IO, qui ed oggi io. Dal cuore pulsante del Baden-Wuttemberg.

Viva Asia, che piace a LEI ed a me meno. Che ho visto dal vivo ed è bassa. Che ha una voce che procura ebetismo precoce ma che ha quel non-so-che e che morirò senza sapere cosa sia poi. Viva i giudici della Rete, viva Feltrimerda, viva quelli che sanno distinguere il giusto dallo sbagliato: che l’ha fatto per convenienza, che l’ha fatto ma poteva anche no.

Viva quelli che la donna va difesa ad oltranza, che chiamano molestie anche i sassi nelle scarpe (perché sassi è maschile), che un ripensamento a posteriori è stupro. Che l’uomo è merda, ed in effetti lo è inconsapevolmente, naturalmente, geneticamente, biochimicamente.

Viva voi, viva Io.

Ma Viva cosa gli passava per la testa, ventenne. Viva, il senso di vergogna postumo. Viva le cose con cui convivere. Viva l’indelebilità dell’umiliazione, anche quella a cui ci sottoponiamo paravolontariamente. Viva il credere di non avere scelta. Viva l’ombra che proiettiamo e ci perseguita fedelmente.

Viva il Bianco.

Viva il Nero.

Viva il vuoto che c’è in Mezzo.

Fly Lufthansa

Pulsazioni.L’orizzonte si contorce in uno spasmo tra carni lucide di miasmi e grondanti fluidi.

Prima un rettangolo che si fa ellisse ed ancora si stringe fino a scomparire in una linea troppo sottile per essere percepita ma, affilata come un coltello, attraversa diverse consistenze cerebrali lasciandomi preda di una indefinita catatonia emotiva.

È il cielo su cui cammino, striato nell’armonica da latrati infantili, l’immenso terreno di luce che non eclissa, che offende lo sguardo per un potenziale infinito facendosi regola geometrica divenendo una sequenza numerica composta ed ordinata a rappresentare il caos che nascondo e che non ha definizione terrestre.

Una dispersione continua nel flusso del tempo, che corrode e divora la materia delle nostre esistenze, che ci confina all’abisso ordinato, a stalle ricolme di merda di cui ormai abbiamo imitato i colori fino a renderle profumate ed appetibili; che ci vuole atolli in cimiteri d’acqua.

QuasiQuasi

Parli
non provo niente
stringo tra le mani questa cosa
non provon
troppo VOLUME!
nonprovoniente
cani gridano in bocche sbarrate
non
contorti volti lunari curvano verso il fuoco
e non possibile che io provi nulla perché?
CONDANNACONDANNA
NON PROVO NULLA ANZI NIENTE!
cacciavite in gola!
ctrl+V
suoni inediti poi umidi poi tonfi
nonprovo provo
il Silenzio ancora
sangue/sollievo/relief ordino pizza o cinese?

non rileggo